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Il certificato medico può essere retroattivo? Chi paga la malattia?

Il certificato medico può essere retroattivo? Chi paga la malattia?

I Lavoratori dipendenti hanno diritto alla copertura delle assenze per malattia, e alla conservazione del posto di lavoro.

I primi tre giorni di solito (dipende dal CCNL applicato) sono a carico interamente del datore di lavoro, in seguito interviene l’INPS.

Bisogna rispettare alcune regole:

  • avvisare il datore di lavoro in maniera tempestiva (anche per un solo giorno di assenza),
  • produrre al datore di lavoro il numero del certificato di malattia inviato all’Inps dal medico curante oppure consegnarlo in maniera cartacea entro due giorni dell’evento,
  • rispettare gli orari di reperibilità, in caso di controllo fiscale, previsti dalla legge, tutti giorni dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00, compresi i giorni non lavorativi e festivi.

Dal 4° giorno al 20° giorno, l’Inps provvede al pagamento del 50% della retribuzione media giornaliera, dal 21° giorno al 180° giorno l’Inps paga il 66,66% della retribuzione media giornaliera, la differenza è integrata dal datore in base alla regole dei Contratti collettivi nazionali.

Nel settore privato, ad esclusione dei lavoratori agricoli con un contratto di lavoro a tempo determinato (pagamento diretto) e dei lavoratori domestici, il lavoratore sino alla conservazione del posto di lavoro (180 giorni), percepirà l’intera indennità economica di malattia direttamente in busta paga dal datore di lavoro. Sarà poi, lo stesso datore di lavoro, che recupererà l’indennità dovuta dall’Inps, dai contributi pagati mensilmente.

Il certificato medico deve essere inviato all’INPS il giorno stesso, non è consentita, quindi, la presentazione di un certificato di malattia retrodatato.

Fa eccezione il certificato di malattia redatto a seguito di visita domiciliare.

Solo in questo caso, la data di inizio della malattia può non coincidere con la data di la data di inizio della malattia deve coincidere con la data di rilascio rilascio del certificato e quindi, retroagire al giorno antecedente.

Il certificato dovrà però contenere tale specifica circostanza e riferirsi necessariamente ad un giorno feriale. Quindi, l’impedimento del medico di recarsi al domicilio del paziente consente al lavoratore di ricevere la retrodatazione della certificazione di malattia al giorno precedente alla data di rilascio del certificato di malattia stesso.

Al riguardo appare utile ricordare che la giurisprudenza consolidata afferma che “risponde di falso ideologico il medico che attesti una malattia senza aver compiuto la visita, anche se di essa non abbia fatto esplicita menzione nel certificato” (Corte di Cassazione V sezione penale 29 gennaio 2008, n. 4451).

Quindi, la data indicata come inizio della malattia nel certificato ha valore puramente anamnestico e l’INPS riconosce la prestazione di malattia, ai lavoratori assicurati per la specifica tutela previdenziale, a decorrere dal giorno di rilascio del certificato.

Solo qualora il certificato sia stato redatto a seguito di visita domiciliare, l’Istituto ammette la possibilità di riconoscere ai fini erogativi la sussistenza dello stato morboso anche per il giorno precedente alla redazione, purché debitamente attestato dal medico (circolare INPS 15 luglio 1996, n. 147). Il certificato dovrà recare la X nella casella “Domiciliare”. Nel caso riporti “Ambulatoriale”, non si intenderà valida e decorrerà dal giorno stesso di emissione del certificato

E’ bene ricordare che, in assenza di tali circostanze, il lavoratore può incorrere in una contestazione disciplinare ad opera del datore di lavoro, con eventuale irrogazione di sanzioni.

Circa l'autore

Monica Manfredini

Monica Manfredini , Dottore Commercialista e Revisore dei conti Determinata, sensibile e schietta Pensa che :"Con il se e il ma si rimane immobili, è' meglio smarrire la strada per poi ritrovarla che rimanere al bivio ". Sapere rende liberi, trasmettere la conoscenza è la strada per la vera democrazia

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