
Cassa Depositi e Prestiti

cassa depositi e prestiti
Lo Stato vende il 35% di Poste Italiane? Lo compra CDP. Il Ministero degli Esteri cerca fondi per i progetti di cooperazione internazionale? Viene firmata una convenzione con CDP. Si prepara una cordata di imprenditori italiani per comprare l’Ilva? CDP ne fa parte. Insomma, quando in Italia succede qualcosa di grosso a livello economico o industriale, molto probabilmente troverete la sigla CDP.
CHE COS’E’ CDP
CDP non significa altro che Cassa Depositi e Prestiti. Nasce nel 1850 per sostenere gli investimenti dello Stato e per raccogliere quelli privati per lo sviluppo industriale del paese. E’ di proprietà del Ministero dell’Economia all’80,1%, e a sua volta è il primo azionista di colossi industriali come Eni, Terna, Fincantieri e Snam. Stiamo parlando di un vero e proprio gigante, che trae la sua forza da un portafoglio di circa 252 miliardi di euro generato in gran parte dai risparmi postali degli italiani (per capirci, il classico libretto postale). Per il periodo 2016-2020 CDP ha dichiarato di essere pronta ad investire 265 miliardi in infrastrutture, export del made in Italy e aiuti alle imprese. Numeri importanti che giustificano la discesa in campo della Cassa in due partite molto delicate per il futuro dell’economia italiana, cioè Fondo Atlante e Ilva.
IL FONDO ATLANTE
In poche parole si tratta di un fondo creato dal governo italiano con lo scopo di dare ossigeno (ovvero soldi) alle banche in difficoltà. I fondi li metteranno soprattutto Banca Intesa e Unicredit (1 miliardo ciascuna), con CDP pronta a versare una quota vicina ai 500 milioni. C’è un numero non indifferente di banche italiane che oggi ha pochi mezzi rispetto a tutti i prestiti concessi negli anni. Compito del fondo sarà aiutarle, comprando parte delle azioni che queste banche emettono per finanziarsi. Inoltre Atlante comprerà quei crediti che le banche non riescono più a riscuotere (che non sono pochi, si parla di 200 miliardi). Il tutto sperando che l’Unione Europea non lo consideri un aiuto di stato, pena multe salate.
LA QUESTIONE ILVA
Argomento delicatissimo dato il numero di posti di lavoro in gioco. Ci sono due gruppi interessati a comprare il colosso siderurgico: uno è Arcelor-Marcegaglia, l’altro è Arvedi-Delfin-CDP. Il primo unisce l’indiana ArcelorMittal, leader mondiale nel settore acciaio, con il noto gruppo italiano; il secondo coinvolge Arvedi, altro nome storico del settore acciaio, Delfin (la finanziaria di Leonardo Delvecchio, peso massimo della finanza italiana) e appunto CDP con una quota del 45%. Chi vince si porterà a casa sedici stabilimenti (tra cui Genova, Taranto e Novi Ligure), 15 mila dipendenti e un obbiettivo, arrivare a 6 milioni di tonnellate di acciaio l’anno. Il governo fa il tifo per questa seconda opzione, ritenendola più attenta agli interessi del paese. Si avrà maggiore chiarezza intorno a ottobre/novembre.
Insomma, CDP si è ritagliata un ruolo alla Mister Wolf nel film “Le Iene”: risolvere i problemi. La speranza è che, come al cinema, i problemi verranno effettivamente risolti.