
Coronavirus, l’Italia in bilico tra economia e salute

Ho messo in ordine alcuni articoli usciti negli scorsi giorni per portare una grave riflessione sulla gestione COVID attuale.
Se si leggono gli articoli si percepisce chiaramente che regna la confusione più totale e una probabile pressione, ma vorrei se avete voglia di spendere 2 minuti, che arrivaste con il vostro animo alle vostre conclusioni, ciascuno le sue, senza essere influenzati dalle mie opinioni, che darò solo alla fine dell’articolo.
1)
Il Sole 24 ore riporta due articoli sui decessi da COVID, dai dati opposti, la stessa testata giornalistica.
Vi riporto i link per leggerli
L’economia ferma e il dubbio sui decessi in Italia (17 aprile 2020)
“In Italia siamo circa in 60 milioni, abbiamo 650 mila decessi l’anno e circa 230 mila decessi nel periodo gennaio-aprile e quest’anno, in base ai dati Istat, non si riscontra un aumento complessivo di mortalità rispetto agli anni precedenti.”
https://www.ilsole24ore.com/radiocor/nRC_17.04.2020_12.04_27018409
Istat: +20% morti tra 1 marzo e 4 aprile 2020 su dato medio 2015-2019 (17 aprile 2020)
Come è possibile che una testata nazionale del livello del “il Sole 24 ore” non si accorga di due articoli dai dati opposti? Eppure i decessi sono dati certi.
Ma io non sono una statista e nemmeno un “conta morti”, non è questa la “partita”.
Vi porto un altro elemento che fa riflettere: fonte “La Stampa “ confermato dal Decreto regionale
2)
La linea di Cirio: qui le librerie resteranno chiuse. Ma sui negozi per l’infanzia si poteva fare un’eccezione (12 Aprile 2020)
La Regione Piemonte intende prorogare al 3 maggio le misure già in vigore per il contenimento dei contagi da coronavirus
3)
Coronavirus, il Nord in pressing per la Fase Due: “È arrivato il momento di riaprire (16 aprile 2020)
Fonte il “Secolo XIX” AMEDEO LA MATTINA
Il piemontese Cirio con Zaia e Fedriga: non possiamo aspettare che il virus sparisca. I sospetti di Pd e 5 Stelle: Salvini fomenta i governatori leghisti per attaccare l’esecutivo
Ma il fronte del Nord è compatto. «In sicurezza, ma è arrivato il momento di riaprire», è il leit-motiv del piemontese Alberto Cirio, del presidente friulano Massimiliano Fedriga, di Luca Zaia per il quale non si può continuare a chiudere tutto in attesa che il virus se ne vada mentre le imprese muoiono, i disoccupati aumentano.
4)
Fonte “ Il Fatto quotidiano”
di Alberto Marzocchi | Del 31 MARZO 2020
Coronavirus, il presidente di Confindustria Bergamo: “Errore il video ‘Bergamo is running’”. E nega pressioni per non istituire la zona rossa
Presidente, in piena emergenza avete pubblicato un video per dire che a Bergamo andava tutto bene. È stato un errore?
Quando è nata l’idea del filmato, volevamo comunicare ai partner esteri che le nostre aziende stavano lavorando normalmente. Le cose sono precipitate di lì a poco. Faccio notare che fino alla prima settimana di marzo le persone uscivano a fare l’aperitivo o andavano a sciare. E politici ed esperti invitavano a fare lo stesso. Oggi, per quel video, chiedo scusa. Mi scuso se ha urtato e se ancora urta la sensibilità di tante persone. È stato un errore, sì. Questa tragedia accomuna tutti, qui, nella Bergamasca.
5)
Cosa dice lo statuto di Confindustria
TITOLO I – CONFINDUSTRIA
- Art. 1 – Vision e mission
Confindustria, con sede a Roma e Bruxelles, è la Confederazione generale dell’industria italiana.
Partecipa al processo di sviluppo della società italiana, contribuendo all’affermazione di un sistema imprenditoriale innovativo, internazionalizzato, sostenibile, capace di promuovere la crescita economica, sociale, civile e culturale del Paese.
Cosa vuol dire:
Sostenibile
In ambito ambientale, economico e sociale, essa è il processo di cambiamento nel quale lo sfruttamento delle risorse, il piano degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e le modifiche istituzionali sono tutti in sintonia e valorizzano il potenziale attuale e futuro al fine di far fronte ai bisogni e alle aspirazioni dell’uomo.
Lo sviluppo sostenibile consiste nella capacità di mantenere un equilibrio tra gli sforzi a livello locale e globale con lo scopo di soddisfare i bisogni fondamentali dell’uomo senza distruggere o danneggiare l’ambiente naturale. Di conseguenza, la difficoltà sta nel riuscire a rappresentare nel modo giusto il rapporto tra le necessità umane e l’ambiente. Uno studio del 2005 ha messo in luce che la giustizia ambientale è un fattore importante tanto quanto lo sviluppo sostenibile. Da questa prospettiva, l’economia diventa un sottosistema della società umana che a sua volta è un sottosistema della biosfera, quindi all’aumento in un settore corrisponde una perdita in un altro. Tale prospettiva ha prodotto la rappresentazione a cerchi nidificati della sostenibilità con l’economia inserita all’interno della società ed entrambe comprese nel cerchio dell’ambiente. La semplice definizione di sostenibilità come qualcosa che migliora la qualità della vita umana senza intaccare gli ecosistemi, per quanto possa sembrare vaga, rende bene l’idea che la sostenibilità abbia dei limiti quantificabili. Ma la sostenibilità va intesa anche come un appello ad agire, una sfida, un “viaggio” e perciò come un processo politico. È per questo che alcune definizioni di sostenibilità stabiliscono alcuni obiettivi e valori comuni. La Carta della Terra parla di “una società globale sostenibile, fondata sul rispetto della natura, sui diritti umani universali, sulla giustizia economica e sulla cultura della pace”.
Dallo schema che riporto sotto si capisce come tutto debba essere interconnesso
Diagramma di Venn dello sviluppo sostenibile, risultante dall’incrocio delle tre parti costituenti
Da qui la mia riflessione fare impresa sostenibile e partecipare allo sviluppo di un paese per me significa, tutelare l’impresa , e non vederla solo come profitto.
L’impresa è l’insieme di più fattori che interagendo tra loro sono in grado di produrre reddito, se un fattore non viene tutelato il reddito non viene prodotto, in più è un sistema aperto, quindi interdipendente dagli altri.
L’impresa non può prescindere dalla sicurezza dei lavoratori, e questo negli anni c’è stato ben imposto , spesso anche con balzelli più utili alla burocrazia e ai suoi profitti che non alla sicurezza reale, oggi la sicurezza è sicuramente fattore preponderante ancor più di ieri alla vita, dal quale non ci si può sottrarre.
Forse e’ da qui che bisogna partire , se realmente si vuole riaprire.
Vi sottopongo un altro spunto di riflessione:
“La Regione Piemonte mette a disposizione la casella di posta autocertificazioni.covid@regione.piemonte.it per ricevere le candidature delle aziende interessate alle produzioni autoctone di dispositivi quali mascherine chirurgiche, di protezione individuale ffp2/ffp3, camici e tamponi per test di positività al virus Covid-19. “
Peccato che con PEC inviata per iniziare l’attività i primi di aprile un imprenditore locale ad oggi non abbia avuto nessuna risposta.
Ecco io penso che le pressioni andrebbero fatte per produrre sicurezza a costi sostenibili, in quanto il Governo ha già previsto per decreto il credito d’imposta per i dispositivi, ma i dispositivi non si trovano, le certificazioni non arrivano e chi li vorrebbe produrre non può.
Non è forse qui che Confindustria dovrebbe farsi sentire?
Se il prezzo del profitto è la sicurezza, i risultati sono perdite.
A voi l’ultimo pensiero.
Monica Manfredini
Qui capisco